Il settimanale IoDonna elogia l’Isola di Ortigia
Il famoso settimanale ioDonna ha pubblicato qualche giorno fa un’articolo molto interessante che parla della nostra splendida Isola di Ortigia, di seguito l’estratto integrale dell’articolo.
Ortigia dà appuntamento al tramonto. Dopo un venerdì pomeriggio trascorso al mare di Siracusa, in pieno relax intervallando tuffi, calici di bianco ghiacciato e carpacci di tonno freschissimo. O dopo un’escursione nell’Area marina protetta del Plemmirio o nella spiaggetta Maniace. Se non resistete al richiamo e volete anticipare in vostro appuntamento con la Storia, Ortigia ovvero il “cuore” di Siracusa, non sarà meno suggestiva. Scoprirete quest’isola assolata e (quasi) deserta come una piazza d’Italia di de Chirico: al posto dei manichini, pochi, eroici turisti del nord Europa a rischio scottatura. La controra del Sud, anche a settembre, ha sempre il suo metafisico fascino mediterraneo.
Ma se con pazienza aspettate il tramonto, l’isola vi sorprenderà: basta attraversare il ponte Umbertino, che collega la terraferma a Ortigia, ed è subito…. Magna Grecia. Come testimoniano le due colonne doriche del tempio di Apollo (VI sec. a.C.), ben piantate nel bel mezzo dei palazzi moderni di Largo XXV Luglio.
Secondo lo storico greco Tucidide, Siracusa fu fondata nell’VIII sec. a.C. dai “migranti” greci, coloni che arrivati sull’isoletta di Ortigia scacciarono i Siculi. L’odierna Ortigia ha invece bandito le automobili in molte vie del centro, dalla 18 alle 2 di notte. Obiettivo: la pedonalizzazione dell’isola, dove passeggiare senza meta è un vero piacere. Prendetevela comoda e indugiate tra i negozietti e le boutique che animano via Cavour, l’antica via dei Bottai, e la stretta via Landolina dove, tra locali e ristorantini, sono sempre i palazzi nobiliari a reggere la scena: al n. 8 c’è Palazzo Chiaramonte e, di fronte, palazzo Francica Nava.
Con palazzo Salonia Interlandi via Landolina si apre in piazza Duomo, una piazza a forma di mandorla: colonne greche, curvilinei palazzi rococò, capricci barocchi. In piazza Duomo si può ammirare anche un Caravaggio, nella Chiesa di S. Lucia alla Badia: “Il Seppellimento di S. Lucia”.
La lettura della guida dà le vertigini: la successione di date, nomi di architetti, di edifici, s’intreccia alla storia delle opere distrutte e poi costruite negli stessi luoghi senza soluzione di continuità. D’altronde «L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?» scriveva Leonardo Sciascia, che amava passeggiare in un’Ortigia assai sgarrupata. Neppure lui, forse, avrebbe immaginato la gentrificazione odierna che ha recuperato questo centro storico, dal 2005 Patrimonio dell’Umanità, più di vent’anni fa abbandonato al degrado.
Tutto è cambiato. Ad agosto qui ha attraccato “Regina d’Italia”, il megayacht di Dolce & Gabbana, e nuovi i locali continuano a trasformare il paesaggio urbano: “Cannoli del Re”, bancone open air fresco di apertura sotto i balconi barocchi in via Picherali (angolo Piazza Duomo) tenta i passanti con cannoli “da passeggio” che hanno la cialda a forma di cornucopia. La breve discesa di via Picherali si apre sulla fonte Aretusa, la ninfa che volle sfuggire, inutilmente, all’amore del fiume Alfeo. Lui la inseguì e mescolò le proprie acque alle sue in un abbraccio perenne. Oltre la fonte Aretusa, per giungere al Castello di Maniace, si percorre il lungomare Alfeo sull’antico percorso delle mura spagnole. Il Mi.Ka.Tu. il wine bar recentemente inaugurato dall’Henry’s House, è il posto giusto per un aperitivo con uno zibibbo e assaggini siciliani, ammirando le barche a vela cullate dalle onde, il sole che scompare dietro le colline e il cielo che s’incendia. Spettacolo.
Si è fatto buio e le stradine e i locali di Ortigia si animano sempre di più. D’obbligo un passaggio in via Maestranza e un altro giro in piazza Duomo, che adesso brilla alla luce dei lampioni.
Il tour può riprendere sabato mattina, prima delle calde ore del giorno. Appuntamento con L’Annunciazione di Antonello da Messina alla Galleria di Palazzo Bellomo (via Capodieci, 14), palazzo medievale che da solo vale la visita. Da mettete in carnet anche il Castello di Federico II di Svezia, poi detto Maniace, sulla punta estrema dell’isola. Pausa pranzo on the road al mercato di Ortigia con i bicchierini colmi di uova di ricci di mare -da spalmare sul pane caldo- in vendita sui banchi della pescheria o con i mega panini del Caseificio Borderi (Emmanuele De Benedectis 6). Pomeriggio, neanche a dirlo, a mare al nuovo solarium sotto la fonte Aretusa. Aspettando il tramonto per un giro al porto grande.
Il soffitto della Cappella del Santissimo Sacramento nella Cattedrale di Ortigia. Foto Getty Images
Domenica mattina dedicata al tour delle chiese, Cattedrale in testa, nel corso dei secoli tempio pagano, cattolico, poi moschea e infine ancora una volta chiesa cattolica. La prova è preziosamente incastonata nella parete nord: le colonne doriche del tempio di Atena. Una curiosità: su YouTube impazzano i video di Ortigia vista dal drone. Bellissima. Ma vuoi mettere l’emozione di “atterrare” sull’isola?
Indirizzi utili:
Dormire. Charme Hotel Henry’s House, Ortigia, via del Castello di Maniace 68. Il fascino di una (ex) casa privata con arredi in stile siciliano d’epoca e prima colazione su una strepitosa terrazza sul mare
La piazza della Cattedrale. Foto Getty Images
Mangiare. Ristorante Don Camillo, (Ortigia, via della Maestranze 96): un classico della cucina siciliana curata dello chef Giovanni Guarneri; Regina Lucia, (Ortigia, piazza Duomo): menù siciliano creativo tra volte di pietra e le sale di Palazzo Borgia del Casale affacciato su piazza del Duomo; Sun & Food (Siracusa, Traversa Capo Ognina, tel. 342.9779379): una terrazza sulla scogliera con lettini e ombrelloni. Il ristorante propone carpacci di pesce e anche granite e brioche. Geli di Sicilia e Cannoli del Re (Ortigia, via Pompeo Pincherali 6); Fratelli Burgio (Ortigia, piazza Cesare Battisti 4): street food in una gastronomia storica del mercato di Ortigia.
Comprare. Cool de sac (Ortigia, via Cavour 25/A): due amiche, una sartoria-showroom con divertenti capi realizzati a mano; Fish House Art(Ortigia, via Cavour 29-31): pesci d’artista, bellissimi quelli di Andrea e Silvana Pompei, realizzati con legni di recupero raccolti in spiaggia.Circo Fortuna (Ortigia, via Capodieci 42): ceramiche poetiche di Caroline van Riet “per rendere la vita più allegra.
Articolo tratto dal sito iodonna.it